Esposizione al sole e melanoma: come prevenirlo

Adottare comportamenti corretti nell'esposizione al sole e integrare una protezione solare ad ampio spettro (UVA/UVB) nella propria routine di bellezza non è solo una buona abitudine, ma un atto carico di consapevolezza verso il benessere della propria pelle. Facciamo però chiarezza sull'importanza della fotoprotezione quotidiana, offrendo un percorso per orientarsi tra le molteplici fonti – spesso discordanti – disponibili online.

Melanoma ed esposizione solare: la correlazione

Il melanoma è tra le neoplasie più diffuse a livello mondiale e la sua incidenza è in costante aumento. Secondo le stime più recenti, nel 2022 sono stati registrati 331.722 nuovi casi di tumore cutaneo, rendendolo il 17° tumore più comune a livello globale (1).

In Italia, nel 2024, si sono registrate circa 390.000 nuove diagnosi di tumore, di cui una quota significativa riguarda il melanoma e altri tumori cutanei (2).

Sebbene l'esposizione solare favorisca la sintesi di vitamina D, essenziale per il benessere delle ossa, è fondamentale bilanciare i benefici con i rischi associati ai raggi ultravioletti (UV). I raggi UVA penetrano in profondità nella pelle, accelerando l'invecchiamento cutaneo, mentre gli UVB sono i principali responsabili delle scottature e possono danneggiare il DNA delle cellule cutanee, aumentando il rischio di mutazioni cancerogene.

Come riconoscere un tumore della pelle

Una diagnosi precoce è il primo e più potente alleato nella prevenzione dei tumori cutanei. Conoscere le diverse forme di cancro della pelle, riconoscere i segnali d’allarme e monitorare regolarmente la propria pelle sono passaggi fondamentali.

I tumori cutanei si distinguono principalmente in tre categorie: carcinoma basocellulare, carcinoma squamocellulare e melanoma. Vediamoli nel dettaglio.

Carcinoma basocellulare (BCC)

È la forma più frequente di tumore della pelle, rappresentando circa il 90% dei casi. Si sviluppa in genere in seguito a esposizioni solari ripetute senza alcuna protezione solare, soprattutto in età adulta.

Il BCC si presenta sotto forma di noduli perlati, lesioni ulcerate o chiazze lucide, solitamente localizzate su volto, collo e altre aree fotoesposte. Fortunatamente, si tratta di una lesione a crescita lenta e raramente metastatizzante: se individuato precocemente, può essere trattato con ottimi risultati attraverso tecniche dermatologiche mininvasive.

Carcinoma squamocellulare (SCC)

Il carcinoma a cellule squamose è più aggressivo rispetto al BCC, in quanto può evolvere rapidamente e diffondersi ai tessuti circostanti o ai linfonodi. Clinicamente si presenta come una placca squamosa, una lesione crostosa o ulcerata, talvolta dolente o soggetta a sanguinamento. Colpisce prevalentemente le aree esposte al sole in persone con un'esposizione cumulativa ai raggi UV, in particolare soggetti anziani o con fototipi chiari.

Melanoma

È il tumore cutaneo più pericoloso, responsabile della maggior parte dei decessi legati al cancro della pelle. Si sviluppa spesso dopo esposizioni solari brevi ma intense, specialmente se associate a scottature, ed è più frequente nei soggetti con molti nei o familiarità per melanoma.

Può insorgere su cute sana o da un nevo preesistente (nel 35% circa dei casi, secondo studi recenti).

Per riconoscerlo ai primi stadi, è utile seguire la regola dell’ABCDE:
  • A come Asimmetria
  • B come Bordi irregolari
  • C come Colore disomogeneo
  • D come Diametro superiore a 6 mm
  • E come Evoluzione rapida
Una variante particolarmente aggressiva è il melanoma nodulare, che si presenta come una lesione rilevata, di colore variabile (dal carne al blu-nero), spesso in rapida crescita.

Lesioni precancerose e condizioni da monitorare

La Cheratosi attinica (o solare) appare come una macchia o placca ruvida, arrossata, spesso desquamata, su cute cronicamente esposta al sole. È considerata una lesione precancerosa e può evolvere in carcinoma squamocellulare se non trattata.

Sebbene i tumori della pelle possano essere mortali, un efficace approccio preventivo può fare la differenza. Questa azione preventiva implica anche una certa consapevolezza, nonché un’attenzione costante agli eventuali cambiamenti della pelle. Hai notato la comparsa di nuovi noduli, lesioni, protuberanze o verruche? Chiama subito il tuo dermatologo e fissa un appuntamento.

Fattori di rischio dei tumori della pelle: cosa sapere per proteggersi

I tumori cutanei non si sviluppano mai per caso. A determinarne l’insorgenza concorrono diversi fattori di rischio, alcuni legati all’ambiente e allo stile di vita, altri di tipo genetico. Conoscerli è il primo passo per adottare strategie di prevenzione efficaci e personalizzate.

1. Fototipo chiaro (I e II della scala di Fitzpatrick)

Le persone con pelle chiara, capelli biondi o rossi, occhi azzurri o verdi, tendono ad abbronzarsi poco e a scottarsi facilmente. Questo perché hanno una minor quantità di melanina, il pigmento naturale che aiuta a difendere la pelle dai raggi UV.

Risultato: il rischio di sviluppare tumori cutanei, come il carcinoma basocellulare, lo squamocellulare e il melanoma, è più elevato rispetto ai fototipi scuri.

2. Scottature solari gravi, soprattutto in età precoce

Le ustioni solari avvenute durante l’infanzia e l’adolescenza sono uno dei principali fattori di rischio per il melanoma.

3. Familiarità per tumori cutanei

La predisposizione genetica gioca un ruolo importante. Se uno o più familiari hanno avuto un melanoma o altri tumori cutanei, anche il rischio personale aumenta.

In questi casi, è fondamentale sottoporsi a controlli dermatologici regolari e adottare uno stile di vita orientato alla prevenzione.

4. Nei numerosi o atipici

Avere molti nei (più di 50), oppure nei di forma, colore o dimensioni irregolari, è considerato un fattore di rischio. L’esposizione solare in età giovanile può influenzare sia il numero sia l’evoluzione dei nevi.

In particolare nei bambini, la protezione dai raggi UV è fondamentale per ridurre il rischio di comparsa di nuovi nei e prevenirne la trasformazione in lesioni maligne.

La prevenzione: come proteggersi dai raggi UV

La prevenzione comincia molto prima della comparsa dei primi segnali visibili sulla pelle. È un percorso che coinvolge ogni fase della vita, ma che trova un momento cruciale proprio nei primi anni di vita: l'infanzia e l’adolescenza sono infatti i periodi in cui la pelle è più vulnerabile ai danni provocati dai raggi ultravioletti. Proteggere i bambini e i ragazzi dal sole non è solo una questione estetica, ma un atto di vera e propria prevenzione.

L'esposizione ai raggi UV, soprattutto se senza protezione solare, intensa e intermittente (come accade durante le vacanze al mare o in montagna), è il principale fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma. Ogni scottatura, in particolare in giovane età, lascia una sorta di “cicatrice invisibile” nel DNA delle cellule cutanee. Anche se i danni non sono immediatamente visibili, si accumulano nel tempo e possono portare, anni dopo, alla trasformazione di un normale melanocita in una cellula tumorale.

È fondamentale scegliere protezioni solari con un fattore di protezione elevato (SPF 30 o 50), da applicare generosamente sulle zone esposte e da riapplicare con frequenza, soprattutto dopo il bagno o l’attività fisica. Ma la fotoprotezione non si esaurisce con la crema: significa anche educare i più giovani ad evitare le ore centrali della giornata, a indossare cappelli e occhiali da sole, e a vivere il sole con rispetto e consapevolezza.

Non bisogna poi dimenticare che la protezione solare non è utile solo in estate o al mare: i raggi UV sono presenti tutto l’anno, anche nelle giornate nuvolose o fredde. L’uso costante di un filtro solare, soprattutto sul viso e sulle aree più frequentemente esposte, rappresenta una strategia preventiva efficace.

Infine, la prevenzione passa anche dall’osservazione: imparare a conoscere la propria pelle, controllare regolarmente nei e macchie sospette, e rivolgersi al dermatologo in caso di cambiamenti può davvero fare la differenza. Il melanoma, se diagnosticato precocemente, è curabile nella maggior parte dei casi. Ma è la prevenzione, iniziata da bambini, il primo e più importante strumento di difesa.